LA CORRELAZIONE TEMPORALE
11 giugno 2012
E’ accaduto più volte che il pubblico sia stato sorpreso dal crollo clamoroso di grandi banche o dall’improvviso rovescio di fortuna di piccole banche locali. Questi avvenimenti provocano lunghe crisi del credito, che si ripercuotono sulla economia di tutto un paese e suscitano disagio in ogni categoria sociale.
In Italia sono rimaste memorabili le crisi bancarie del 1893, del 1921, del 1933 con la culminazione della creazione dell’IRI che disincagliò le banche mediante il soccorso straordinario dell’istituto di emissione (ndr. banca centrale).
L’analisi storica dei fatti ha documentato che siffatte crisi traggono origine da un errore di condotta in cui le banche incorrono con facilità quando sono lasciate libere di agire esclusivamente secondo il proprio discernimento. L’errore consiste nella illusione di potersi sottrarre alla rigorosa osservanza della correlazione temporale fra le operazioni di impiego e quelle di provvista. Le crisi sopraggiungono quando questa elementare norma di prudenza viene sistematicamente violata.
La storia dei crolli bancari è contrassegnata dall’errore ricorrente di investire i depositi a breve scadenza in operazioni di lunga scadenza.
Una lunga esperienza ha provato che le banche di deposito facilmente soggiaciono alla tentazione di trasformarsi in “banche d’affari”, che assumono con i propri clienti rischi incompatibili con la sicurezza a cui aspira chi deposita denaro in banca.